Oggi internet è ovunque, a casa come al lavoro, siamo immersi in un mondo che viaggia sempre più online, a una velocità così alta che a volte ci sfugge. Un po’ come per tutti quei termini che abbiamo visto e sentito decine di volte, ma dei quali non conosciamo il significato: spesso sono soltanto abbreviazioni di frasi complete o di parole gergali, modi di dire racchiusi in poche lettere apparentemente senza significato.
Vediamo allora quali sono gli acronimi e le parole di internet che dobbiamo conoscere per forza nel 2019.
AMA: Ask Me Anything, ovvero domandami qualunque cosa. Nasce dalle sessioni web in cui un personaggio molto noto e soprattutto molto ferrato su un argomento si sottopone alle domande degli utenti per una sessione determinata di tempo.
DAE: significa Qualcun altro? È utilizzato per esempio nella chat o nei gruppi di discussione per domandare agli altri se non vivano, facciano o pensino la stessa cosa in una determinata situazione.
DM: messaggio diretto. Deriva dai messaggi privati di Twitter ed è usato per segnalare che vuoi condividere informazioni private in pubblico, per esempio un indirizzo o un numero di telefono.
ELI5: spiegami la cosa come se avessi 5 anni. Possiamo usarlo quando non abbiamo capito qualcosa, magari dopo una spiegazione che per noi è stata troppo complessa o elaborata. Il nostro interlocutore formulerà una nuova spiegazione adatta e comprensibile appunto a un bambino di cinque anni.
FML: non elegante da tradurre, è un modo di dire usato quando la sfortuna si accanisce contro di noi e vogliamo raccontare l’evento a qualcun altro. Un modo come un altro per esorcizzare l’accaduto e trovare la forza di condividerlo.
FTFY: ho risolto qualcosa per te. Può essere utilizzato dopo una correzione fatta ad un’altra persona, a seguito di un errore involontario, oppure con tono sarcastico per indicare che le affermazioni di una persona sono palesemente sbagliate.
FACEPALM: un’azione condensata in una sola parola, quando il palmo della nostra mano copre la faccia, per intendere che non crediamo a quanto stiamo assistendo perché ci sembra troppo stupido. Esprime anche disapprovazione, senso del ridicolo e incredulità.
HIFW: acronimo usato soprattutto su Twitter quando lo spazio dei 140 caratteri non è sufficiente per esprimere tutto quello che si vorrebbe, e in genere è associato a un video o a un’immagine che espliciti in discorso al posto delle parole.
IMO: secondo me, la mia opinione. Usato con umiltà per far capire che quello che diciamo è da intendersi come un’opinione e non come una verità assoluta.
NSFW: non sicuro se sei a lavoro. Riferito di norma a video o immagini che non conviene aprire per esempio in ufficio o in un qualunque ambiente minimamente formale.
TIL: letteralmente Today I learned, ovvero Oggi ho imparato. Possiamo usarlo per condividere cose che ci sembrano interessanti e che non sapevamo.
La tecnologia si evolve e il linguaggio la segue. Cerchiamo di non restare indietro e impariamo le parole più alla moda di internet. TIL.